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SIMBOLISMO DEL PRESEPE

Molti elementi – oggi divenuti tradizionali ed indispensabili per dare vita ad un vero presepe – prendono origine dal Presepe napoletano che nell’arco dei secoli ha aggiunto personaggi “popolari” e simbolismi medievali. Moltissimi sono i simboli nascosti nel presepe che rappresentano il cammino “terreno” dell’uomo dall’ignoranza alla consapevolezza. ....il colore degli Angeli.... sul presepe tutto ha un significato,il colore degli abiti degli Angeli obbedisce ad uno schema canonico fissato dalla tradizione. L'Angelo centrale indossa un veste gialla o dorata, quello di sinistra una bianca (purezza) e quello raffigurante la gloria dello Spirito Santo una rossa. Più in basso, in posizione variabile a seconda dello scenario ci sono l’angelo vestito di verde che suona il tamburo e rappresenta l’ Osanna del popolo, e quello vestito di azzurro che suona i piatti metallici che rappresenta l’ Osanna del potere, sia quello laico del re che quello religioso del Papa.Altri angeli vengono spesso aggiunti come Coro ma senza uno specifico significato simbolico.-La grotta, Al centro, nel luogo più basso, si trova la grotta con altre grotte laterali di proporzioni ridotte, in cui vi sono le greggi con il pastore, nell'atto di scaldarsi accanto al fuoco, animali da cortile, mucchi di paglia.Impervi sentieri conducono dalle montagne alla grotta, simbolo materno per eccellenza, luogo della nascita miracolosa; un viaggio in "discesa", dall'alto verso il basso, un viaggio verso il sotterraneo, le viscere della terra, ove, vincendo le angosce della discesa nel buio, si partecipa alla nascita del sole, del trionfo della luce sulle tenebre, della rinascita della natura sull'inverno.-Il bue e l’asinello – secondo la tradizione - simboleggiano il popolo ebreo (il bue), e il popolo pagano (l’asino).  I Magi. Decisamente le figure più cariche di significato, meritano per questo una trattazione a parte. Qui ci limiteremo a dire che secondo la tradizione sono almeno tre, ma spesso accompagnati da un lungo corteo di personaggi minori, e nei dodici giorni del Natale fanno un percorso, avvicinandosi sempre più alla Grotta, dove arriveranno il giorno 5 gennaio.- Baldassarre. Giovane moro, rappresenta l’omaggio dell’Africa, simbolo della notte, offre l’incenso, profumo sacerdotale, a sottolineare la divinità del Bambino. Conduce, come animale specifico, un dromedario. Si associa al colore nero.- Gaspare. E’ un uomo adulto, dai tratti orientali, rappresenta l’omaggio del continente asiatico, simbolo del giorno, offre l’oro come riconoscimento della regalità del Bambino. Il suo animale è uno stallone sauro. Viene associato ai colori rosso e giallo.- Melchiorre. E’ un vecchio di razza bianca, in rappresentanza dell’Europa, simbolo dell’aurora. Giunge su un asino ed offre la mirra, mistura aromatica usata nell’imbalsamazione a sottolineare il dominio del Divino Bambino sul tempo e sulla morte. Il suo colore è il bianco.Tra i personaggi principali c’è Benito, il pastorello dormiente. Rappresenta il cammino da affrontare fino alla grotta centrale (dove il mistero verrà svelato) e per questo motivo è di solito posto su un’altura, ad indicare l’inizio del percorso. Benito dorme e sogna in cui il fine ultimo è il Risveglio e la Rinascita della coscienza a un livello superiore, oltre la sfera terrena. Altri personaggi popolari sono altrettanto ricchi di significato: la Lavandaia è colei che purifica le vesti dei defunti ed è anche metafora del parto (levatrice/lavatrice); --la Zingara è allusione all’elemento lunare e profetico e simboleggia la profezia della venuta del Cristo: viene sempre posta vicino a un -Pozzo (l’apertura che mette in comunicazione l’Alto e il Basso, il Cielo e la Terra) o a una Fontana. Anche la Fontana, a sua volta, richiama i luoghi umidi delle credenze popolari dove solitamente si manifestavano fatti magici e dove avvenivano “incontri” inspiegabili. La tradizione riconosce inoltre nella figura della giovanesche si accinge ad attingere acqua, con in mano la brocca da riempire, una metafora dell’episodio evangelico dell’Annunciazione e del concepimento di Maria (acqua come grembo materno e come fonte primaria di vita). La Zingara con il bambino in braccio alluderebbe invece alla fuga in Egitto di Maria.Gli Zampognari. Sono due. Un giovane vestito di verde, tipico colore associato alla speranza, canta, e suona lo stridulo piffero, impaziente e brioso. L’alto, anziano, veste gli abiti scuri della modestia. Il suo attributo è la ciaramella, dal suono grave e continuo, ed ha imparato a tacere.

 Nel presepe, l’Oste attira la gente nell’osteria e lì, tra l’ebbrezza del vino e del cibo, obnubila la coscienza e impedisce agli uomini di accorgersi che poco più lontano il Figlio di Dio sta venendo alla luce, dando vita al mistero più grande di tutti i tempi. In altre tradizioni il diavolo può essere impersonato dal panettiere o dal fornaio: il pane materiale che ha preso vita in un forno, simbolo del fuoco dell’Inferno, sostituisce quello spirituale e sazia il corpo senza nutrire lo spirito. - I giocatori di carte. “ i due compari ”, secondo l’accezione napoletana, “zi’ Vicienzo e zi’ Pascale” personificazione del Carnevale (Vincenzo) e della Morte (Pasquale), il cui cranio è tradizionalmente indicato nell’antico cimitero delle Fontanelle, esposto come esorcismo alla Nera Signora ed anzi benvoluto come buon vaticinante ed ispiratore d buoni numeri da giocare al lotto. L’atto del loro giocare rappresenta l’imprevedibilità dei tempi e delle sorti, volubili come le carte che vengono pescate dal mazzo.Più antica e diffusa come simbologia, ma con significato analogo li fa chiamare anche i “San Giovanni”, con riferimento ai due solstizi, ed ai giorni dell’uomo, dal più lungo al più corto.Anche il Pescatore e il Cacciatore hanno una collocazione scenica significativa: entrambi sono vicini alle acque di un fiume, dove “tutto scorre”, compresa la vita stessa. Mentre il Pescatore allude al Pescatore di anime che sarà il Cristo  e quindi viene posizionato in alto; il Cacciatore sta in basso e rappresenta la caccia “terrena” finalizzata alla sola sopravvivenza del corpo.Elementi scenici importantissimi sono: il Ponte, simbolo del passaggio all’Aldilà; il Mulino fornito di ruota o di pale: i giri ricordano il tempo che trascorre, passa e ricomincia. La macina che schiaccia il grano per produrre la farina diviene sinonimo della morte che precede la vita: dalla farina infatti prenderà vita il pane, nutrimento indispensabile per la vita stessa. (E’ importante ricordare che il Presepe è simbolo anche del ciclo vitale terreno con le stagioni che si susseguono secondo un’ottica antica e “agricola”: il raccolto andato a buon fine finisce nel mulino e qui si trasforma in cibo vitale). Le pecore, infine, rappresentano il popolo di Dio di cui Cristo è unico Pastore.

 

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